Scenari mozzafiato, buon cibo e vitigni d’autore: scoprire la bellezza del Salento anche in inverno

C’è un territorio in grado di soddisfare non solo i turisti e gli appassionati dell’acqua cristallina. Nella stagione invernale è una terra tutta da scoprire.

In fondo, le logiche del turismo di massa sono estremamente similari a quelle in voga nel settecento, nel pieno della moda settecentesca del Grand Tour, tra i nobili inglesi e tedeschi. Si visitava il Meridione d’Italia per scoprire e apprezzare, con spirito idealisticamente turbolento e romantico, le maestose vestigia consegnate dalla Magna Grecia, certo; ma anche per riprendersi dai malanni di salute causati dalle fredde e umide temperature del Nord Europa.

Perché visitare il Salento in inverno
Salento, tra mete invernali e enogastronomia (travelfeed.it)

Dal punto di vista delle attrazioni turistiche, l’Italia non fa quasi eccezione tra nord e sud; sono, in pratica, ovunque. Al termine della stagione estiva, allo scemare della canicola, chiude la stagione balneare sulla riviera romagnola, così come a Tropea, in Calabria, o sulle coste siciliane. Rimessi ombrelloni e sedie a sdraio, occorre lasciar posto alle temperie del mare d’inverno.

Paesaggi mozzafiato ed enogastronomia: come scoprire il Salento invernale

Nel quadro stagionale, di fatto, il sud Italia (nelle sue località notoriamente a vocazione turistica) si trova nella difficoltà di convertire la propria economia locale e dunque, come si suol dire, bisogna battere il ferro finché è caldo.

Ma forse, a ben guardare, con intuito proustiano, basta soltanto viaggiare con occhi nuovi per ritrovare il fascino di terre vocate in primo luogo alla “salsedine” per scoprire tutto un altro tenore di fascino, l’ennesima poesia che giustifica un nuovo viaggio, una nuova visita.

Perché visitare il Salento in inverno
Salento non solo d’estate: tour tra vigneti nobili e arte tra mete invernali (Foto Facebook – travelfeed.it)

Non da parte degli autoctoni, ma se si pensa che la stagione per godersi il Salento termina con la notte della Taranta di Melpignano (in tarda estate, appunto), si è in grave errore. Ad aiutare, in tal senso, è come spesso accade, l’enogastronomia. Il vino e i vigneti dell’antica Messapia costituiscono il minimo comune denominatore per approfondire “fuori stagione” i tratti culturali di questa terra dell’abbondanza.

Le tappe salentine tra storia millenaria e vini DOC

Tra la cucina salentina, l’artigianato tradizionale e i vini DOC, si possono sciogliere come i fili di una matassa le tappe di una tre giorni sul versante orientale della penisola salentina. Si parte dalla iperbarocca Lecce, luogo inoltre di importanti teatri di età romana; perché non iniziare con una colazione con tanto di pasticciotto leccese. Finita la colazione, via alla volta di Piazza Sant’Oronzo, l’Anfiteatro Romano, la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Piatto tipico: le orecchiette al sugo con ricotta di pecora e le sagne ‘ncannulate (tagliatelle ritorte al un sugo di pomodoro, ricotta e basilico).

Perché visitare il Salento in inverno
Vini DOC e cultura nel Salento invernale (Foto Facebook – travelfeed.it)

Dopo la Basilica di Santa Croce e i giardini della Villa Reale, si può fare una sosta per un aperitivo a base di vii DOC: Leverano DOC, Copertino DOC, il famosissimo Negramaro e il Primitivo. Viaggio tra le masserie a Maglie, oltre al centro storico, in grado di regalare: il parco di Villa Tamborino e il Duomo di Maglie.

Di zona è il Negramaro di Terra d’Otranto DOC da accompagnare con fritti come ciceri, tria e pittule. Stesso vino anche per l’altra importante tappa: Otranto, la porta d’Oriente. Qui, l’arte pugliese dell’aperitivo esplode dopo la Porta Alfonsina, nel centro storico. E ancora: Santa Maria di Leuca. È famosa per le sue grotte, le ville ottocentesche; e verso la costa, la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae e il faro bianco di Santa Maria di Leuca. La migliore accoglienza enogastronomica s’incanta a Casa Museo Retrò, a Piazza Mercato.

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