Food delivery, è davvero sicuro come dicono? La scoperta che sconvolge tutti

Non tutti conoscono i rischi che si celano dietro il food delivery: la scioccante scoperta fatta dopo un’indagine condotta da Gambero Rosso

Una delle parole chiave del nostro tempo è food delivery. Ovvero il cibo ordinato a distanza e consegnato sulla porta di casa in pochi minuti. Un business che ha sollevato anche molte polemiche, legate alle retribuzioni e alle condizioni di sicurezza dei “rider”, i fattorini che si occupano delle consegne in bicicletta o con altri mezzi “veloci”.

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A lanciare l’allarme è un nome di peso nel settore alimentare e della ristorazione in generale come Gambero Rosso. (Travelfeed.it)

Ma c’è un altro aspetto rimasto finora nell’ombra: le condizioni igieniche in cui il cibo viene preparato. A lanciare l’allarme è un nome di peso nel settore alimentare e della ristorazione in generale come Gambero Rosso. Secondo cui ci sarebbe “un clamoroso buco nella filiera del food delivery” che riguarda proprio la sicurezza a livello igienico.

L’altra faccia del food delivery: i rischi che si nascondono dietro questo settore

Gli esperti interpellati da Gambero Rosso puntano l’indice sui contenitori nei quali viene riposto il cibo per il trasporto da parte dei runner, facendo notare che per molto meno un ristorante verrebbe chiuso.

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Il cibo viene trasportato in un cubo che può ospitare anche più di 200 colonie di batteri. (Travelfeed.it)

Chi mangerebbe del cibo sapendo che è stato trasportato in un cubo che ospita più di 200 colonie di batteri?“, si domanda Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa, specializzato in analisi microbiologiche alimentari. E lo fa dopo aver esaminato una delle sacche adibite al trasporto alimentare di Glovo, colosso del food delivery. La quantità di batteri sopra citata corrisponde al triplo di quella riscontrabile sul pavimento di un ristorante.

In teoria, il controllo del rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza alimentare è affidato alle Asl (ai Servizi veterinari e di igiene degli alimenti), ai Nas e all’Icqrf (l’Ispettorato centrale repressione frodi). Ma la realtà è ben diversa perché, spiega Gambero Rosso, “nessuno si occupa sistematicamente del controllo igienico sanitario degli alimenti nella fase del loro trasporto”, che è invece “una grande questione” perché riguarda lo stato di conservazione degli alimenti.

Oltretutto, le procedure Haccp prevedono che gli alimenti deperibili cotti e da consumarsi caldi devono essere trasportati da 60°C a 65°C, mentre quelli da consumarsi freddi devono stare a una temperatura non superiore ai 10°C. E per rispettare la catena del freddo gli alimenti dovrebbero essere trasportati “su veicoli muniti di contenitori con attestazione Atp” (Accord Transport Perissable), non con scooter o biciclette.

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