Costretti a viverci da un vecchio re, ora nessuno va via: l’isola paradisiaca italiana

Una particolare situazione li ha costretti a insediarsi in quest’isola disabitata e, poi, decisero di non andarsene più. Questo luogo incantevole prese il nome dal re.

Erano i tempi in cui ancora esisteva il feudalesimo, fatti di diversi spostamenti e di famiglie nobiliari capaci di tutto, pur di mantenere il loro dominio. Tuttavia, non sempre andava loro bene e alcune vicissitudini li obbligavano a trovare delle alternative valide per poter mantenere il loro status e le loro attività.

Isola in cui gli abitanti furono costretti a viverci
I cittadini di quest’isola furono obbligati a viverci – Travelfeed.it

Stessa cosa successe in una nota isola nostrana, la quale prende nome da un re che vide costretta un’intera popolazione a risiedere su di essa. Lui era Carlo Emanuele III di Savoia, il quale fu re di Sardegna e, per l’appunto, duca di Savoia, oltre ad avere il controllo dello Stato sabaudo, dal 1730 fino al 1773. Egli si vide costretto ad accettare le richieste da parte di una ristretta cerchia di persone proveniente dalla Liguria, più precisamente dal quartiere Pegli.

Questo gruppo di pescatori era partito alle volte dell’isola tunisina di Tabarka al seguito del casato Lomellini nel 1542, dato che quest’ultimo ebbe la concessione proprio di quei luoghi. Con il passare degli anni, però, vivere su quell’isola, pescando corallo, ma anche commerciando vari prodotti, divenne più complicato. Questo gruppo di pescatori, d’altronde, si vide costretto a chiedere in concessione al re nel 1738 un’isola disabitata, per alcune motivazioni urgenti e che necessitavano di un’azione repentina.

Oggi l’isola è incantevole

Quando i tabarkini si trovarono di fronte alla diminuzione del corallo intorno alla loro isola e vista la forte pressione che arrivava dai rais (capi), i quali li rendevano o schiavi o uomini liberi (in base a chi regnava ad Algeri o in Tunisia), furono costretti a trovare un’alternativa. Quella più plausibile fu facilitata dalla benevolenza di Re Carlo Emanuele III, il quale concesse loro l’isola sarda di San Pietro, oggi chiamata in onore del nobiluomo Carloforte.

Isola Carloforte in Sardegna
Isola di Re Carlo Emanuele in Sardegna – Travelfeed.it

Questo è un luogo molto suggestivo, sia per la sua morfologia, che per quanto riguarda le costruzioni avvenute proprio ai tempi dei tabarchini, oggi presenti in viuzze e vicoli inerpicati su un pendio e capaci di donare scorci multicolore, oltre alle tante fortezze create per difendersi dai vari attacchi via mare. Ovviamente, i tabarchini fecero ergere anche un monumento al re, tutt’ora presente pur essendo stato costruito nel XVIII secolo.

Ma vi sono anche tanti altri ricordi storici da poter visitare, come ad esempio la chiesa della Madonna dello Schiavo, in cui è presente anche la statua lignea da sempre venerata da parte dei tabarchini, oppure u Palassiu erto a inizio ‘900, oggi divenuto un cineteatro dal nome Giuseppe Cavallera. Tanti atri di questi ricordi sono visibili nel museo multimediale del Mare, elemento naturale presente in ogni direzione e che si affaccia sulle coste incantevoli, come quella di Cala Vinagra, quella di Cala Fico o sulla spiaggia di La Bobba.

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