Affinare il vino nelle acque del mare: la tecnica alternativa per ottenere pezzi unici e rari

Sulla costa il vino viene decisamente meglio ma cosa succede alle bottiglie lasciate affinare sul fondo del mare?

Il vino ha con l’acqua di mare un rapporto di certo particolare, difficile da gestire. Se le due sostanze entrano in contatto il risultato è qualcosa di pressoché imbevibile a meno di non partecipare a qualche challenge sulla spiaggia.

affinare il vino in mare, tre cantine italiane da provare
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Ma esistono invece adesso alcuni viticoltori che stanno creando tra le proprie bottiglie e l’acqua di mare un rapporto molto più stretto. Si moltiplicano infatti gli esperimenti con cantine create sotto il livello del mare. Le condizioni che si vengono a creare sul fondale marino.

Tra gli scogli o dentro i relitti delle navi affondate sono talmente tanto particolari da essere ora ricercatissime da chi vuole che il proprio vino maturi fino a diventare un prodotto di eccellenza. Nel Mar Mediterraneo ci sono tre cantine italiane di cui vale assolutamente la pena parlare.

Affinare il vino in mare esperimenti di gusto

Ottenere un buon vino è frutto di un processo in cui le conoscenze umane si uniscono per forza ad un pizzico di fortuna. Perché il clima intorno alle cantine in cui sono lasciate le bottiglie cambia durante il corso dell’anno. Per questo motivo le annate non sono tutte uguali.

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Da una intuizione di uno dei produttori di vino più famosi d’Italia, Piero Lugano dell’azienda vinicola Bisson, è arrivato invece un nuovo metodo di conservazione delle bottiglie che è allo stesso tempo frutto della storia stessa del Mediterraneo. Lugano si è infatti reso conto, come tanti, che il vino presente nelle anfore ripescate dal fondo del Mediterraneo era assolutamente di qualità.

Da questa intuizione è arrivato un esperimento che ora si è trasformato in un vero e proprio consorzio cui fanno ora a capo cantine che si occupano sia di vino sia di spumante. Al largo di Ravenna si trova per esempio il vino di Tenuta del Paguro che rimane immerso all’interno di una piattaforma petrolifera oggetto di un incidente negli Anni ’60 . Il vino rimane a 30 m per circa 12 mesi.

In Sardegna si trova Santa Maria La Palma al largo di Alghero. Qui la profondità è di 40 m e il risultato è un vino dal colore giallo paglierino brillante con note di fiori e leggermente sapido. E poi ci sono ovviamente le bottiglie dello spumante Bisson che si trovano a Portofino. Tra i produttori esteri che hanno deciso di abbracciare questa filosofia ci sono la cantina croata Edivino.

che addirittura ha recuperato la tradizione delle anfore di terracotta in cui vengono inserite le bottiglie, che poi sono calate a circa 25 metri di profondità per un paio d’anni. Rimangono invece a 25 metri di profondità per 5 anni le bottiglie di Gaia Wines, cantina greca che lavora al largo di Santorini.

Questo metodo di affinamento così particolare porta ad avere vini con prezzi più alti rispetto alla media. Per esempio il vermentino sardo di Alghero cosa circa 60 euro la bottiglia mentre i vini di Tenuta del Paguro hanno un prezzo medio di 120 euro a bottiglia.

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