Ristoratrice morta, si accredita l’ipotesi del suicidio: il ricordo dei vicini e l’accusa pesantissima

La ristoratrice al centro delle cronache per un messaggio sui social è morta. Da qualche giorno era stata travolta da un’accusa molto pesante

Giovanna Pedretti, ristoratrice della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, è stata ritrovata morta domenica 14 gennaio nelle acque del fiume Lambro, a pochi passi da casa sua.

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Ristoratrice morta: le indagini e le perplessità-Foto: Youtube tgcom24-(Travelfeed.it)

Verso le 4 di domenica mattina la donna è uscita di casa con la sua auto facendo perdere le sue tracce e senza rispondere alle chiamate del marito e della famiglia che, in seguito, avevano deciso di rivolgersi alle autorità. In serata, è stato rinvenuto il suo cadavere, mentre nell’auto sono state trovate tracce di sangue.

L’autopsia che si svolgerà nei prossimi giorni potrà chiarire le cause del decesso. La notizia sarebbe rimasta collocata nella cronaca locale se non fosse per quanto accaduto negli ultimi giorni. Il suo caso, infatti,  dovrebbe invitare tutti a una riflessione sull’uso dei social e le responsabilità dei mezzi d’informazione nel verificare le notizie. Ecco cosa è accaduto e cosa c’è ancora da chiarire.

Ristoratrice morta nel Lodigiano: la vicenda da chiarire

Giovedì 11 gennaio sulla pagina Facebook del suo locale era comparsa una recensione lasciata da un utente che sosteneva di essere stato messo vicino a dei gay e a un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà, l’utente sosteneva di non essersi sentito a suo agio. La titolare aveva risposto che il suo locale era aperto a tutti e aveva accusato il cliente di bassezza umana sottolineando che loro non selezionavano i clienti in base ai gusti sessuali o alla disabilità.

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Ristoratrice, cosa dice chi la conosceva- Foto: Facebook Le Vignole -(Travelfeed.it)

In pochissimo tempo il post era diventato virale e la titolare della pizzeria un’eroina. È bastata, però, solo qualche ora e in molti hanno cominciato a nutrire sospetti sulla veridicità del messaggio social, in particolare Lorenzo Biagiarelli, compagno della blogger Selvaggia Lucarelli. Anche il tg3 aveva dedicato un servizio alla vicenda intervistando la Pedretti che aveva giurato sull’autenticità del post nonostante le fossero state sottolineate le incongruenze.

Nel frattempo la ristoratrice era stata anche sentita dai Carabinieri di Lodi che indagavano sul reato di possibile istigazione all’odio. Gli inquirenti esamineranno lo smartphone, il computer per capire se possano essere state le critiche negative sui social a spingerla all’ultimo insensato gesto. Intanto, è stato aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Tredici anni fa, Giovanna aveva perso un fratello in questo stesso tragico modo.

Chi la conosceva è rimasto sgomento, su Leggo è riportata la testimonianza di una settantenne che sosteneva che non ci fosse nessun problema sul lavoro, come accertato anche dai Carabinieri. Un’altra vicina ha riferito che Giovanna Pedretti era una persona disponibile e sempre sorridente, sottolineando, però, che le cose possono cambiare da un momento all’altro. A ogni modo a prevalere è l’ipotesi del suicidio, dunque, un quadro complesso che va chiarito.

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