Il vigneto che cresce sull’Himalaya: l’incredibile sfida del Domaine Ao Yun

Di proprietà del colosso LVMH questo dominio possiede un terroir atipico. Si trova sui pendii dell’Himalaya. 

Siamo a una altezza compresa tra i 2200 e i 2600 metri sul livello del mare e molto lontano dalla Francia. Il gruppo francese molto prestigioso, LVMH, aveva da tempo questo grande desiderio, ossia la produzione di un vino proprio in Cina, sulle vette altissime. Grazie a un enologo, Tony Jordan, proprio nel 2008 i francesi cominciano la ricerca del territorio dove installare la produzione vinicola di prestigio.

Il vigneto che cresce sull'Himalaya
Domaine Ao Yun. Il vigneto che cresce sull’Himalaya – travelfeed.it

La ricerca non è stata facile, dato che furono scartati diversi territori, a causa di alcune difficoltà legate sia clima cinese che al territorio stesso. Alcune terre infatti risultavano essere troppo umide a livello di terriccio e troppo rigido il clima invernale. Con questi presupposti sarebbe stata esclusa la produzione di un buon vino. Ma è proprio in questa fase di esclusione che l’enologo incaricato da LVMH scopre un territorio il quale si rivelò essere quello giusto.

Il vino firmato LVMH. Nasce il Domaine Ao Yun.

L’enologo scopre a nord dello Yunnan, quasi alla frontiera con l’affascinante Tibet, una regione davvero molto interessante. Siamo in una zona particolarmente favorevole alla produzione di quel vino tanto desiderato, essendo protetta dai monsoni, grazie a una enorme catena montuosa che si eleva per 6800 metri sul livello del mare. Le condizioni climatiche sono molto favorevoli.

Il vigneto che cresce sull'Himalaya
L’incredibile sfida del Domaine Ao Yun il vino firmato LVMH – travelfeed.it (Credit: IG @aoyun_official)

In effetti già i missionari cristiani in passato avevano individuato una buona produzione di viti in questa zona, tanto da aver piantato qualche vigna ancora visibile attorno a qualche chiesa. I cinesi hanno da sempre incoraggiato la produzione vinicola da queste parti, con vendemmie che iniziato a settembre e terminano a novembre. Grazie alle grandi montagne, il sole non batte forte e si assiste a una lenta e proficua maturazione dell’uva.

L’uva però ha sviluppato una buccia più spessa, per proteggersi dalle aggressività esterne. In queste zone gli inverni sono freschi e la primavera secca e soleggiata. Certo i francesi non hanno avuto vita facile nella produzione del vino sull’ Himalaya. Le piogge scarse e le nevi eterne obbligano alla irrigazione artificiale. Altro svantaggio è il basso tasso di ossigeno, tanto da doverne aggiungere manualmente.

Ci sono ben 30 ettari divisi in 314 parcelle, in 4 villaggi di Ao Yun lavorano 120 famiglie, si raccolgono 1 kg di uva per vigna quindi 100gr per ramo. È il caso di dire che il gruppo francese LVMH ha sviluppato una grande strategia di marketing.

 

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Il vino ricavato si presenta con una importante freschezza, e decisamente superiore ai grandi vini di Bordeaux. Circa il prezzo, un vino del 2015,  Ao Yun, viene venduto a un prezzo che si aggira tra il 250 e i 350 euro. Si tratta di un vino dagli aromi speziati, vegetali e di frutti rossi. I francesi sono riusciti a “scalare” anche l’Himalaya? Pare proprio di sì

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