I draghi sono esistiti davvero? Un fossile scoperto in Giappone toglie ogni dubbio: tutto sul “Drago blu di Wakayama”

Vuoi una scusa in più per visitare il Giappone? A Wakayama è stato trovato il drago blu, una scoperta che sorprende gli scienziati.

La figura dei draghi appartiene alla mitologia di molte aree diverse del mondo. Quelli europei, per esempio, sono spesso rappresentati come animali di terra massicci, in grado di volare e sputare fuoco. Un esempio è quello diventato protagonista di Dragonheart.

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Sono esistiti davvero i draghi? Questo fossile ci dice molto (travelfeed.it)

Ma l’idea di questi animali magici appartiene anche alle culture dell’Estremo Oriente dove il drago prende però una forma molto più allungata, serpentina, e uno degli esempi più belli è quello che si trova in La città incantata di Miyazaki. Pensare che queste immagini mitologiche possano venire da una creatura realmente esistita potrebbe far ridere chiunque ma gli scienziati sembrano aver trovato invece quello che è stato ribattezzato Drago blu di Wakayama. Una creatura che appartiene alla famiglia dei mosasauri ma con tutta una serie di caratteristiche particolari che stanno lasciando perplessi gli stessi paleontologi che hanno fatto questa scoperta datata a 72 milioni di anni fa.

In Giappone scoperto il primo vero drago?

Probabilmente non volava e ancora meno possibile che sputasse in qualche modo fuoco, ma non è stato difficile chiamare Drago blu di Wakayama questo straordinario scheletro fossile, scoperto sotto forma di miriade di pezzi nel 2006 dal team guidato da Akihiro Misaki del Museo di Storia Naturale e Umana di Kitakyushu.

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Il Drago blu di Wakayama che sta stupendo i paleontologi (foto youtube(Mmerkarenicus – travelfeed.it)

Questo perché, una volta ricostruito, è stato evidente come appartenesse alla famiglia dei mosasauri, una specie di enormi lucertole di mare a sangue caldo che respiravano aria ma non appartenenti né alla famiglia dei mammiferi marini né a quella a cui appartengono adesso i coccodrilli. Qualcosa di assolutamente fuori dal comune e che per gli amanti della storia e della paleontologia è un motivo in più per visitare l’arcipelago giapponese.

72 milioni di anni fa questa creatura grande più o meno come un autobus era uno dei predatori peggiori da incontrare nelle acque dell’Oceano Pacifico occidentale. Molto più piccolo del grande e maestoso megalodonte, ma non per questo meno affamato, il mosasauro Drago blu di Wakayama sta, però, lasciando perplessi gli stessi scienziati che ne hanno ricostruito lo scheletro. Quello che è più complicato, spiegano i paleontologi, è capire come questo animale si muovesse in acqua.

Il suo corpo non assomiglia infatti a nessun altro esemplare di mosasauro rinvenuto e ha delle pinne caudali estremamente più grandi rispetto ad altri scheletri. Esaminando lo scheletro è stato poi rinvenuto qualcosa che, invece, avvicina il mosasauro ai moderni delfini e lascerebbe presupporre che il Drago blu del Giappone avesse anche una pinna dorsale. La domanda cui ora occorre rispondere è quale di tutte le varie appendici che l’animale possedeva servisse per dare la spinta propulsiva e quale invece per cambiare direzione o emergere sopra il pelo dell’acqua.

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